Mountain bike Francia - Le vs. esperienze

 

Giro del Monte Palavas (Alta Val Pellice/Queyras)
Villanova (m 1220) - Conca del Prà (m 1750) - Colle della Croce (m 2298) - La Monta (m 1650) - Cresta di Gilly (m 2500 c.ca) - Colletta di Gilly (m 2368) - Col dell’Urina (m 2529) - Conca del Prà - Villanova

 

di Bottalo Giuseppe

 

 
Effettuato il 28 Agosto 2008 con Lingua Antonio.
Si passa dal più selvaggio e ripido versante italiano, a quello più rilassante e aperto del Queyras francese, girando intorno a questa montagna dell’alta Val Pellice, che per le sue caratteristiche morfologiche non sembrerebbe essere la più adatta all’utilizzo della M.bike. Questo giro è caratterizzato da un notevole dislivello, con bassa e impegnativa ciclabilità in salita, ma poi discese sempre belle che ripagano di tutte le fatiche e alla fine sono praticamente tre giri in uno.
Circa le discese, la prima quella dal Col della Croce su la Monta dovrebbe essere provata insieme all'altra parallela su l'Echalp almeno una volta nella vita di un biker della zona. La Crete du Gilly, percorre un sentiero sul filo di una lunga cresta spartiacque, che si diparte proprio alla base della testa rocciosa del Palavas; molto panoramica, sta diventando sempre più frequentata dai cugini d'oltralpe anche come gita d’allenamento o di mezza giornata; viene fatta anche nel senso opposto, con un accesso più agevole e pedalabile risalendo le piste forestali da Valpréveyre, oppure più direttamente per le piste di servizio agli impianti della piccola stazione sciistica.
La discesa dal Col dell'Urina ha un lungo tratto nella parte alta quando percorre l’incassato vallone a “V” da scendere con la bici al fianco, ma poi diventa molto interessante nella discesa verso la Conca del Pra. La percentuale di ciclablità in salita, se si hanno le gambe buone e un ottimo allenamento può essere migliorata sia nella risalita verso il Colle della Croce, e in misura ancora maggiore nella parte inferiore e centrale della risalita per raggiungere la Crete du Gilly. Quest'ultima si può anche evitare del tutto raggiungendo il Colle dell'Urina passando direttamente da Valpréveire.
 

 

Da Villanova, si risale la pista che conduce alla Conca del Prà, raggiungendo poi come per gli altri itinerari descritti in questa sezione il Colle della Croce.
In questa salita ci siamo risparmiati, ciclando ancor meno delle altre volte (<10%) per non sprecare energie, non sapendo ancora bene quantificare l’impegno che avrebbero richiesto le salite e le discese successive. La lunga discesa su La Monta, come già detto è molto bella e scorrevole (BC-). Non è possibile, salvo nella parte bassa e senza molta convenienza, tagliare prima per collegarsi a uno dei sentieri di salita per la Crete du Gilly (foto 1). Non conviene neppure prendere il GR85D che parte dalla fontana, a valle delle casette (vedi cartina 2) perché questo sentiero è più ripido di quello che parte poco più di un 1 km più a valle e che sale invece fino ai limiti della foresta con lunghi e regolari tornanti, che si possono ancora fare in sella alla bicicletta. La parte alta che risale aperti pascoli per raggiungere la cresta, si può fare ancora comodamente con bici al fianco (foto 2).

 
 

Il percorso sulla cresta, accompagnata da condizioni meteo buone, è appagante sia per i panorami che per il divertente percorso a leggeri saliscendi, con difficoltà più impegnative solo nel tratto finale, quando scende più ripido sulla Colletta di Gilly (BC-/OC - foto 3 - foto 3bis).
Dalla Colletta (palina indicatrice), si punta verso il Col dell’Urina cercando di stare alti per i sentieri che non fanno perdere troppo dislivello. L’ambiente con mandrie al pascolo è molto bucolico, e una volta attraversato l’Urina, i pendii sovrastanti sono così dolci che non è necessario cercare il sentiero principale che sale da Valpréveyre (foto 4). Raggiunto il Colle dell’Urina con un tratto finale più ripido e pietroso inizia la discesa più impegnativa della giornata. Inizialmente si riesce a stare in sella scendendo per il sentiero o ancor meglio ai margini del medesimo, poi quando si entra nel caos della pietraia e si va a percorrere la traccia di sentiero sul fianco instabile dell’incassato vallone la ciclabilità si perde quasi del tutto (foto 5). Riprende alla grande quando il sentiero va ad affacciarsi alto sulla Conca del Prà, con una vista panoramica sempre più interessante. Il resto della discesa, a parte la pendenza un po’ sostenuta, è tutta solo bellezza ambientale fino all’arrivo nella Conca (foto 6). Dopo aver fatto una sosta quasi obbligata di ristorazione al Rifugio o alla Ciabota, per la pista silvo-pastorale di servizio si rientra a Villanova.

 

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